Puntura di ape, ecco cosa fare
In estate è maggiore il rischio di trovarsi alle prese con le punture d’ape, che possono causare diverse conseguenze: dal temporaneo dolore locale alla grave reazione allergica. Normalmente, l'ingresso del pungiglione nella cute provoca sofferenza immediata, bruciore, prurito, arrossamento e gonfiore.
In caso di contatto ravvicinato con l’ape, ecco alcuni consigli della Dermatologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, diretta dalla professoressa Laura Atzori. È raccomandato rimuovere quanto prima il pungiglione usando un oggetto con il bordo smussato, evitando di utilizzare pinzette o qualsiasi altra cosa potrebbe perforare o spremere l’apparato velenifero e far peggiorare i sintomi.
Si consiglia di lavare la zona interessata con acqua fredda e preparare un impacco con ghiaccio che può aiutare ad alleviare il dolore, mantenendo l’area colpita in posizione elevata, in scarico. Se la tumefazione (pomfo) dovuta alla puntura resta limitata, il dolore tenderà a diminuire entro poche ore e la lesione a guarire in qualche giorno.
Per alleviare il prurito e la tumefazione si può assumere un antistaminico per via orale, e localmente applicare creme antisettiche, lenitive. Nel caso in cui l’eritema si estenda, con comparsa di orticaria e/o sintomi sistemici quale malessere, vertigini, nausea, difficoltà respiratoria, contattare immediatamente i soccorsi e stare distesi in posizione laterale di sicurezza.
Chi ha un’allergia accertata, deve portare sempre con sé il preparato monouso a base di adrenalina, da autosomministrarsi in caso di necessità.
Le api difficilmente infastidiscono e pungono, a meno che non vengano provocate, se considerano in pericolo loro stesse o il loro alveare. Il ronzio intorno alle arnie ci avverte della loro presenza e anche se questi insetti possono infastidire, al contrario delle vespe, sono molto preziosi per l’ecosistema, dunque bisogna rispettarli e starne alla larga, cercando di non danneggiarli.
Federica Portoghese