Tumori della tiroide, al Policlinico Duilio Casula operati 300 pazienti all’anno
Al Policlinico Duilio Casula vengono operate circa 300 tiroidi all'anno. «I casi sono in aumento – afferma il professor Pietro Giorgio Calò, direttore di Chirurgia Generale del Policlinico Duilio Casula - un centinaio i carcinomi, più una trentina di paratiroidi». A occuparsi proprio delle malattie della tiroide, delle paratiroidi e dei surreni è l’endocrinochirurgia, una specialità chirurgica in forte sviluppo.
Grande interesse negli ultimi anni è stato dato ai trattamenti mininvasivi, alle nuove tecniche chirurgiche, alla chirurgia robotica e ai trattamenti personalizzati. Questi ultimi possono comportare consistenti benefici per i pazienti da un punto di vista estetico, ma anche consentire una più veloce ripresa dall’intervento.
«Per quanto riguarda gli approcci mininvasivi – sottolinea lo specialista dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari - i più praticati sono le tiroidectomie e paratiroidectomie mininvasive. Negli ultimi anni si sono diffusi gli approcci con accesso remoto, lontano dalla sede dell’organo che deve essere asportato, che possono essere usati in chirurgia tiroidea, in particolare la tiroidectomia trans-ascellare robot-assistita».
Queste tecniche chirurgiche, eseguibili solo in centri di riferimento, possono evitare la cicatrice sul collo, usando come accesso chirurgico l’ascella. «L’utilizzo di dispositivi a base di ultrasuoni, energia bipolare e radiofrequenze – sottolinea professor Calò - consente tempi chirurgici ridotti e maggiore sicurezza degli interventi».
L’approccio sul paziente risulta ormai sempre più personalizzato e conservativo. «Nell’ambito della chirurgia tiroidea – spiega il direttore di Chirurgia Generale del Policlinico Duilio Casula - si riesce nella maggior parte dei casi a conservare la metà della tiroide con evidenti benefici sulla qualità di vita, riducendo degenze e complicanze».
In casi selezionati, è possibile trattare i noduli tiroidei per via percutanea, senza incisioni chirurgiche, con l’utilizzo di radiofrequenze o microonde. «La cosa più importante rimane però affidarsi a professionisti – dichiara il professor Pietro Giorgio Calò - che abbiamo un volume di attività sufficiente ad affrontare in sicurezza quella tipologia di intervento. I risultati sono infatti correlati ai volumi di attività del centro e del chirurgo».
Federica Portoghese