Descrizione
La caffeina ha proprietà antiumorali. Lo sostiene il team di ricerca della Northeastern University ha scoperto che, all’interno del microambiente tumorale, l’integrazione dell’ossigenazione inibirebbe l’accumulo di adenosina legato all’ipossia, indebolendo l’immunosoppressione. Ciò a sua volta potrebbe migliorare l’immunoterapia antitumorale e ridurre le dimensioni della neoplasia scatenando linfociti T antitumorali e cellule natural killer. Si tratta di un metodo che può essere implementato in modo relativamente rapido testando gli effetti dell’ossigenazione in combinazione con diversi tipi di immunoterapia all’interno degli studi clinici dedicati. In un articolo su Popular Science viene spiegata nel dettaglio la ricerca.
È stato anche notato come gli effetti dell’integrazione di ossigeno siano ancora maggiori se in combinazione con un agente sintetico chiamato “super-caffeina”, in grado di bloccare gli effetti protettivi per il tumore del recettore per l’adenosina. Più in generale, l’effetto antitumorale dell’ossigeno può essere ulteriormente migliorato dall’antagonista naturale del recettore A2A per l’adenosina, che è proprio la caffeina che consumiamo ogni giorno nel caffè: la ragione per cui beviamo caffè, infatti, consiste nel fatto che la caffeina impedisce ai recettori A2A presenti nel cervello di farci addormentare.
"Ormai da molti anni – spiega Mario Scartozzi, direttore di Oncologia Medica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari - la ricerca nel settore oncologico sta concentrando la sua attenzione non solo sulla cellula tumorale, ma anche sul micro-ambiente tumorale in cui la cellula tumorale si trova e che è essenziale per la sua sopravvivenza. In questo scenario l'analisi dell'interazione ospite/tumore, inclusa la risposta immune che l'organismo ospite esercita contro il tumore, è diventata di cruciale importanza. Attualmente sono già in uso terapie cosiddette "biologiche" che vanno a colpire il micro-ambiente tumorale sia aggredendo la neo-vascolarizzazione tumorale e quindi alterando i rapporti della cellula tumorale con l'apporto ematico indispensabile per il suo sviluppo sia favorendo la risposta immune contro il tumore. L'articolo in questione propone una strategia terapeutica che si colloca a cavallo tra questi meccanismi con risultati promettenti. Purtroppo la ricerca clinica ha uno sviluppo più progressivo e molti altri studi ed analisi saranno necessari prima di una applicazione pratica sugli ammalati. Naturalmente anche concludere che la caffeina abbia proprietà anti-tumorali è prematuro.
La strada della ricerca è tracciata, adesso bisogna percorrerla con metodo e cautela con l'obbiettivo finale di aiutare ancora di più le tante persone ammalate di questa malattia che sempre meno, per fortuna, si puó definire incurabile".