Salute riproduttiva, un bene da tutelare

mercoledì 21 settembre 2022
Salute riproduttiva, un bene da tutelare

L'infertilità colpisce il 15 per cento delle coppie della popolazione italiana: numeri che raccontano quanto sia imporante questa patologia. Tanto importante da meritare, il 22 settembre, proprio la celebrazione della Giornata Nazionale della salute riproduttiva. 

La salute riproduttiva è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come lo stato di benessere fisico, mentale e sociale, correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni. Una delle patologie che mina la salute riproduttiva è l’infertilità che riguarda circa il 15% delle coppie della popolazione italiana. 

«Per infertilità – spiega il professore Stefano Guerriero, responsabile del Programma di procreazione medico assistita (PMA) del Duilio Casula – si intende l’assenza di concepimento dopo 12-24 mesi di rapporti non protetti. Si tratta di un fenomeno che nel 40% dei casi è attribuibile ad un fattore femminile, in un altro 40% dei casi a un fattore maschile e nel restante 20% dei casi rimane inspiegato (infertilità idiopatica)».

«Quando una coppia decide di rivolgersi al nostro centro di PMA al fine di individuare le cause di infertilità – continua il professor Guerriero – noi ginecologi specialisti effettuiamo diversi esami preliminari per poter indirizzare la coppia verso il giusto programma terapeutico. Dopo aver discusso dei risultati riscontrati, tra le tecniche che proponiamo rientrano: rapporti programmati oppure inseminazione intrauterina, due tecniche chiamate di I livello rivolte a coppie giovani oppure con poche anomalie, e la fertilizzazione in vitro con embryo transfer (FIVET) oppure iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI), due tecniche chiamate di II livello rivolte a coppie non più giovani oppure con patologie più importanti».

Il dottor Bruno Piras, direttore delle Emergenze ostetrico-ginecologiche dell’Azienda ospedaliero Universitaria di Cagliari, parla dell’importanza di alcuni fattori in relazione all’infertilità: «Negli ultimi anni si assiste a un decremento della fertilità, probabilmente per la tendenza a procrastinare nel tempo il momento della riproduzione. Dopo il 35° anno di età si verifica per la donna una significativa riduzione della capacità riproduttiva. Inoltre – continua il dottor Piras – progettare una gravidanza presuppone la necessità di adottare uno stile di vita sano caratterizzato da una corretta alimentazione e una buona attività fisica e dall'abbandono del consumo di fumo, alcol o sostanze stupefacenti».

«Nel quotidiano siamo impegnati nella diffusione dell’informazione medica alle pazienti – dice il professor Stefano Angioni, direttore della Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Duilio Casula – e tra le riconosciute eccellenze del nostro reparto è da rilevare la diagnosi e la terapia dell'endometriosi, una delle malattie più comuni in epoca riproduttiva.  L'applicazione di tecniche chirurgiche mini-invasive proposte e sviluppate nel nostro reparto può contribuire ad ottimizzare le possibilità riproduttive delle donne affette».

MC

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