Scoliosi, fondamentale la diagnosi precoce
La scoliosi è una malformazione della colonna vertebrale, caratterizzata da una deviazione laterale associata a una rotazione delle vertebre. La deformità risulta essere permanente, si manifesta con una sporgenza (gibbo) costale o lombare. Colpisce fino al 3% della popolazione pediatrica mondiale: il 2-4% sono bambini tra i 10 e i 16 anni, è una patologia che si manifesta più frequentemente durante lo sviluppo puberale.
«Nell’ultimo anno sono state effettuate presso la nostra struttura 472 visite – spiega il professore Antonio Capone, direttore dell’Ortopedia dell’Aou di Cagliari – ed è attivo un ambulatorio specifico per le patologie della colonna vertebrale in età evolutiva. Nella nostra attività vengono effettuate le prime visite per la diagnosi e le visite di controllo per la valutazione dell’evoluzione della patologia, con la prescrizione delle idonee ortesi».
Le adolescenti sono più portate a sviluppare la scoliosi idiopatica (AIS) e una curvatura che progredisce rapidamente. «Le ragazze risultano 7 volte più a rischio dei ragazzi. Nell’80% dei casi la patologia è legata ad una predisposizione genetica, nel restante 20% può essere determinata da malformazioni congenite – dichiara la dottoressa Maria Carmela Pennisi, ortopedico pediatrico del Policlinico Duilio Casula - è fondamentale una diagnosi precoce, che solitamente richiede un trattamento conservativo con busti correttivi e nello 0,1- 0,3% un intervento chirurgico per correggere le deformità».
Il trattamento con busto è indicato nelle forme lievi, cioè con una curva tra i 20-35°. «Il busto, costruito e personalizzato da un tecnico ortopedico – sottolineano gli specialisti dell’Aou di Cagliari - è sempre basato sulle indicazioni del medico che ne stabilirà i termini sulla base delle esigenze del singolo paziente. La fisioterapia è importante, ha come obiettivi la rieducazione posturale e l’autocorrezione».
Per diagnosticare la scoliosi è necessaria una visita specialistica, un accurato esame obiettivo eseguito con il paziente in piedi. Questo permetterà di rilevare eventuali asimmetrie dei fianchi, dell’altezza delle spalle, obliquità di bacino, differente altezza delle coste, posizione della testa non centrale rispetto al bacino. Con il busto flesso a 90° del paziente è possibile, invece, rilevare l’eventuale presenza del gibbo.
«Per valutare l’evoluzione della scoliosi è importante eseguire un’attenta anamnesi su diversi fattori, come età e sviluppo puberale – afferma professor Capone - per confermare la diagnosi è necessario un esame radiografico della colonna vertebrale in ortostasi con bacino visibile, che permette di valutare la presenza di anomalie vertebrali, di misurare l’angolo della deformità e l’età scheletrica».
La giornata internazionale della scoliosi, il 24 giugno, rappresenta un’importante occasione di riflessione su una identificazione precoce della malattia attraverso visite di controllo nell’adolescenza. È fondamentale promuovere corretti comportamenti quotidiani, nutrizionali e di attività motoria.
Federica Portoghese