Entro il 2020 mano bionica di ultima generazione

martedì 5 luglio 2016
mano bionica piccolo

ROMA. Far utilizzare una protesi come se fosse una mano naturale, in grado di scrivere su uno smartphone o un tablet, e con tanto di recupero della sensazione tattile. Il tutto grazie ad elettrodi impiantati nel braccio e collegati senza fili con una protesi avanzata. È la sfida ambiziosa per una mano bionica di ultima generazione che l'Università Campus Bio-Medico di Roma si prefigge di portare a termine entro il 2020. Realizzato in collaborazione con l'Inail, il progetto è stato presentato oggi a Roma, nell'ambito della Giornata della Ricerca dell'ateneo, alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Solo in Italia, ogni anno 3.600 persone vengono amputate all'arto superiore. Le attuali protesi commerciali non consentono loro di manipolare oggetti in modo fine, ma solo di afferrarli e rilasciarli. A cavallo tra chirurgia e bioingegneria, la piu' importante novità del nuovo progetto è rappresentata dalla sfida di riuscire a realizzare, per la prima volta al mondo, un sistema di mano bionica, con elettrodi impiantati nei nervi periferici di un paziente amputato e connessi wifi ad una protesi di ultima generazione, consentendo cosi' movimenti di manipolazione fine. Il Campus Biomedico si candida, inoltre, a diventare il primo centro italiano ad utilizzare una tecnica per la reinnervazione muscolare mirata, rivolta a pazienti che hanno subito amputazioni a livello della spalla. Per consentire maggiore capacita' di movimenti, prevede l'asportazione dei nervi del muscolo pettorale per impiantarvi le terminazioni dei principali nervi periferici della mano. In questo modo il paziente, muovendo il grande pettorale, riesce a comandare una mano meccanica nel modo più naturale possibile.

«La partnership con Inail - sottolinea il Rettore del Campus, Andrea Onetti Muda - va nella logica dell'interdisciplinarita».
«In linea con il nostro mandato - ha sottolineato il direttore generale Inail, Giuseppe Lucibello - i risultati che ci proponiamo di ottenere sono maggiore autonomia, migliore qualità della vita e possibilità di reinserimento sociale per il lavoratore infortunato e le persone con disabilita».

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